giovedì , 21 Novembre 2024
la cannabis arriva nelle farmacie italiane

Da fine agosto, arriva la cannabis nelle farmacie italiane

Dopo un anno di attesa, la data è oramai certa: entro la fine di agosto 2016 l’Istituto Chimico Farmaceutico di Firenze consegnerà i primi 2.400 barattoli di canapa terapeutica nelle farmacie di tutto il paese. Questa è la prima delle tranche made in Italy della preziosa pianta, coltivata da talee provenienti dal centro di ricerca veneto Crea. Entro la fine del 2016 arriverà anche la seconda metà della produzione derivata dalle piantagioni di maggio.

A seguito della sperimentazione pilota, sono state realizzate due serre industriali che produrranno canapa a ciclo continuo nei 50 metri quadrati disponibili complessivamente: dal 2017 sono previste produzioni a pieno regime, pari almeno a 100 kg di prodotto.

Attualmente i medici che hanno scelto di prescriverla, possono scegliere tra quattro preparati a base di canapa di importazione olandese. Grazie a questa produzione italiana sarà possibile produrre composti molto simili a quelli già largamente utilizzati ma di importazione. Per quanto riguarda la copertura sanitaria, ogni regione ha una propria legislazione in materia, tuttavia dove non è previsto il rimborso, il costo sarà di 22 euro al grammo a carico del paziente munito di rigorosa prescrizione medica.

400 volontari italiani assumono già canapa a scopo terapeutico

In realtà i medici italiani possono prescrivere cannabis terapeutica già dal 2013 ma lo fanno in pochi perchè (presumibilmente questo è il motivo secondo la Società di Ricerca Cannabis Italiana) non c’è ancora una ricca ed ufficiale letteratura in materia per quanto riguarda dosaggi e tempistiche di somministrazione.

Si tratta in effetti di un ambito nuovo e da esplorare, una scommessa per molti ma già vinta dal Dottor Poli che a Pisa la sta sperimentando da vero pioniere italiano su 400 persone. I suoi pazienti hanno assunto la cannabis e i suoi principi attivi attraverso un decotto ricco di THC e CBD e i risultati sono decisamente incoraggianti: i soggetti più anziani riescono a dormire (e non hanno più bisogno di benzodiazepine) e anche in quadri clinici più severi (SLA, spasticità, malattie del sistema nervoso che influenzano l’apparato motorio) la canapa riduce sensibilmente i movimenti inconsulti, soprattutto nei pazienti più giovani. La cannabis inoltre diminuisce gli effetti collaterali legati alla chemio e sostiene l’appetito nei malati di tumore.
Ogni paziente ha ricevuto una terapia personalizzata e il corretto dosaggio viene individuato entro 3 mesi di osservazione, tempo dopo il quale si registrano e stabilizzano tutti i risultati positivi evidenziati nei vari quadri clinici.

L’equipe toscana ha svolto una seconda ricerca parallela con 80 pazienti sofferenti di fibromialgia, patologia che determina un dolore muscolare di tipo cronico: metà dei soggetti è stata trattata con cannabis, l’altra metà con analgesici e antidepressivi. I primi hanno mostrato, in assenza di effetti collaterali tipici degli altri farmaci, sensibili miglioramenti sotto molteplici aspetti: dolore, miglioramento della qualità della vita, riduzione di ansia e depressione.

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